17 giugno 2014
Il declino e la resa di Grillo
La notizia è sorprendente e clamorosa: Beppe Grillo che nelle piazze e sul web é sempre andato urlando di volere mandare a casa tutti e di non sedersi al tavolo con nessuno perché solo loro erano il nuovo e capaci di governare il paese, decide di cambiare tattica. Oggi che probabilmente terminata la campagna elettorale, e avendo bene analizzato la sconfitta, forse si é reso conto che non é proprio così, si dice disponibile a incontrarsi col Premier Matteo Renzi per parlare di riforme, naturalmente con toni molto più pacati e distensivi, insomma una resa.
Per Lui, credo sia troppo tardi. Dico questo perché, esprimendo il mio modesto parere, Grillo il treno l’ ha già perso due volte, forse per paura o incapacità o per tutte e due le cose. La prima volta quando ingenuamente Bersani gli ha dato la possibilità di trattare, nonostante fosse chiaro come sarebbe andata a finire, e non ha saputo approfittarne perché in quel momento poteva imporre alcune proposte senz’altro importanti per il cambiamento e rafforzare ancor di più il suo movimento. La seconda volta, pur in un contesto diverso, ha perso nuovamente una buona occasione nel confronto con Matteo Renzi, essendosi reso comicamente ridicolo e offensivo mentre poteva esporre più opportunamente il suo programma . Verificatasi perciò la mia tesi, le conseguenze sono inevitabili. Come avevo già scritto a Beppe Grillo in un articolo precedente, credo che ai molti sostenitori delusi che non lo hanno più votato alle europee, alle prossime elezioni ne seguiranno altri con il conseguente ulteriore declino del movimento che proseguirà fino ad esaurirsi per essere gradualmente assorbito dai due schieramenti tradizionali. Cosa già successa per altri gruppi nati in situazioni difficili come questa, approfittando del malessere generalizzato nel paese. Certo, civilmente si può e si deve protestare e anche se é troppo facile si può dire che tutto va male, ma poi bisogna prendere iniziative e decidere cosa fare in alternativa perché il paese non può aspettare e deve essere comunque governato.
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