
Trieste mappa
Galleria di immagini, di alcune cose, fra le più importanti da visitare
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2 – Trieste – Citta scogliosa, ventosa, selvatica. Posta all’estremo nord-est del Belpaese. Trieste sa accogliere e sa offrire molto al viaggiatore: dal castello di Miramare, residenza di Massimiliano d’Asburgo, alla Costa dei Barbari ai lussuosi palazzi dell’Ottocento, ai musei dedicati a Svevo Joyce

3 – Trieste – Città unica splendida, affacciata in un Golfo che da sempre guarda al mare, intimamente legata ad una storia antica che vive ancor oggi attraverso le parole di scrittori importanti come James Joyce e Stendhal. che in essa hanno trovato scenario e sfondo per i loro capolavori.

4 – Piazza Unità e Molo Audace. Non c’è dubbio che uno degli scorci più belli di Trieste sia Piazza Unità d’Italia. Prese questo nome definitivo, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale il ritorno all’Italia del “Territorio libero di Trieste. I triestini si vantano che sia la più grande piazza affacciata sul mare in Europa e molto probabilmente è così.

5 – Trieste. Piazza Unità e Molo Audace. Da sinistra verso destra si susseguono Palazzo della Luogotenenza austriaca sede della Prefettura, Palazzo Stratti con il famoso Caffè degli Specchi, Palazzo Modello, sede del Municipio, Palazzo Pitteri (il più antico della piazza) l’albergo in Palazzo Vanoli, e il Palazzo della Regione da sempre di proprietà della compagnia di navigazione Lloyd Triestino. Nella piazza si trova anche la colonna barocca sormontata dalla statua di Carlo VI e la fontana dei Quattro continenti.

9 – Trieste. In pieno centro davanti alla piazza unità d’Italia si snoda il Molo Audace che prende il nome dalla prima nave che riuscì ad entrare nel porto di Trieste dopo la fine della Prima Guerra Mondiale e l’annessione all’Italia. La rosa dei venti in bronzo presente sul molo è stata ottenuta dalla fusione di una nave austriaca affondata dalla Marina Italiana.

13- Trieste La Cattedrale, è il risultato dell’unione della Chiesa di Santa Maria e di quella dedicata a San Giusto avvenuta negli anni tra il 1302 e il 1320. La facciata è semplice, impreziosita da un grande rosone gotico e da un portale centrale con elementi di una stele funeraria romana. La lapide sopra la porta ricorda il bombardamento austro-inglese del 1813 contro le truppe napoleoniche che si nascondevano nel vicino Castello. Alcune palle di cannone sono visibili nel muro del campanile, che ingloba anche i resti del propileo di un tempio romano e un’edicola con la statua di S. Giusto.

16 – Trieste. navata centrale Cattedrale San Giusto Martire L’interno è a cinque navate con splendidi affreschi di scuola veneziana nell’abside della navata di sinistra (Madonna in trono con il Figlio benedicente e gli arcangeli Michele e Gabriele). Anche la navata centrale è decorata con un mosaico (Cristo fra i Ss. Giusto e Servolo) della fine del sec. XIII. A sinistra della Cattedrale di accede al Battistero e al Museo con il Tesoro che comprende anche “l’alabarda di S. Sergio” portata a Trieste dai reduci della prima Crociata.

24 – Trieste – Miramare il castello- Il Castello, fu voluto nel 1850 dall’arciduca Ferdinando Massimiliano d’Asburgo per farne la dimora insieme alla consorte Carlotta del Belgio. Affacciato sul mare e con ampi spazi verdi era l’ideale per l’Arciduca, esperto uomo di mare e amante della botanica. In realtà, Miramare non divenne mai il nido d’amore della coppia reale perché Massimiliano venne fucilato in Messico. Carlotta impazzita per la perdita, visse nell’annesso castelletto per qualche anno fino a quando fu trasferita in Belgio.

25 – Trieste. Castello del Miramare. Colpisce lo stile eclettico del palazzo che unisce elementi gotici, rinascimentali e medievali. Al piano terra ci sono gli appartamenti di Carlotta e Massimiliano, rimasti quasi uguali al periodo di costruzione. Al primo piano ci sono gli appartamente degli ospiti, leggermente modificati quando Amedeo D’Aosta nel 1930 trasformò in sua dimora il Castello.

34 – Trieste- Piazza Unità d’Italia- Caffé degli Specchi – Scrittori, poeti e caffé di Trieste sono un trinomio inscindibile: Svevo, Saba, Stendhal e altri si sono seduti ai tavoli dei caffé storici di Trieste. In molti di questi, nulla è cambiato da quando lo frequentavano loro ed oggi sono delle vere e proprie attrazioni turistiche. Da non perdere il Caffé degli Specchi in Piazza Unità, il Caffé Tommaseo del 1830, il più antico di Trieste. Gli intellettuali di ieri e di oggi si incontrano al Caffé San Marco mentre il Caffé Pirona è sempre il posto dove gustare o comprare i dolci tipici, accolti dalla foto di James Joyce che sembra approvare.

52,1 – Risiera-di-San-Sabba. Non tutti approveranno l’idea di mettere un campo di concentramento fascista in un itinerario turistico. Ma se il viaggio è prima di tutto scoperta e consapevolezza del passato, chiunque passi da Trieste dovrebbe visitare la Risiera di San Sabba. Stabilimento per la pilatura del riso dal 1913 al 1943 dopo l’8 settembre (armistizio) i nazisti lo trasformarono in campo di prigionia per la deportazione e l’eliminazione con le armi o il forno crematorio di ostaggi, partigiani, detenuti politici ed ebrei. Più di 3.500 persone furono uccise e 8.000 deportate nei campi di sterminio del Nord Europa. La ciminiera e il forno furono fatti saltare dai nazisti nel tentativo di nascondere il loro crimine ma la loro presenza è stata testimoniata dai sopravvissuti. Dove si trovava il forno oggi c’è una targa metallica. La Risiera oggi è un Museo in cui le sezioni, già nei nomi, ricordano la terribile funzione di questo luogo: la “Cella della morte”, le “micro-celle”, dove le persone venivano stipate come animali, la “Sala delle Croci”. Sui muri restano le scritte sbiadite ma molte testimonianze sono presenti nella “Sala delle Commemorazioni” e in quella del Museo.

57 – Trieste. La statua della vittoria alata sulla cima del faro In alto c’è la Vittoria Alata, statua di sette metri che impugna una corona d’alloro nella mano destra e una fiaccola nella sinistra. Per proteggerla dal forte vento di Bora, è stata progettata con un complesso meccanismo interno che fa “sbattere” (impercettibilmente) le ali in modo da assorbire le raffiche di vento. Sotto la statua c’è il faro, ancora oggi il più potente dell’Adriatico.

60 -Trieste-Opicina, la celebre linea tranviaria che dal lontano 1902 unisce la città con il Carso conosciuta in tutto il mondo per le sue caratteristiche tecniche ma anche per gli inediti scorci che offre ai suoi passeggeri. dal centro di Trieste e si arrampica fino all’altezza di 348 metri sulle alture del Carso che sovrastano la città friulana. Il viaggio inizia lento, in Piazza Oberdan, ma subito dopo la salita comincia a farsi interessante. Diversi punti panoramici si aprono lungo il tragitto che attraversa la parte più verde di Trieste. Il consiglio è di scendere un po’ prima del capolinea di Opicina per godersi lo spettacolo dell’Adriatico visto dall’alto.

61 – TriesteTram di Opicina. La fermata dell’Obelisco è consigliata per chi vuole passeggiare lungo la Via Napoleonica, una strada panoramica che porta (dopo 4 km) al Santuario Mariano che per la bizzarra forma è stato ribattezzato formaggino dai triestini. Chi decide di farsi a piedi gli ultime tratti in salita può ricompensarsi sedendosi ai tavoli di una delle tante Osmizze, trattorie con pochi tavoli, molto spartane, dove i contadini cucinano i piatti locali e vendono il vino prodotto da loro. Quelle aperte le riconoscete dalla frasca appesa all’ingresso o in prossimità delle insegne.

62 -Trieste Borgo Teresiano – Il Canal Grande di Trieste è un canale navigabile che si trova nel cuore del Borgo Teresiano, in pieno centro città,

63 – Trieste Borgo Teresiano -Canal-Grande. è un quartiere di Trieste costruito attorno alla metà del XVIII secolo e voluto dall’allora’Imperatore d’Austria Carlo VI e, dopo la sua morte da Maria Teresa d’ Austria. Il quartiere fu progettato per dare un po’ di respiro e sviluppo alla città che stava assistendo al fiorire del commercio portuale. Venne ricavato dall’interramento delle saline della città, urbanizzando un’area al di fuori dalle mura.

67 – Trieste. Il castello di Duino – Arroccato su uno sperone carsico a picco sul mare, con un panorama mozzafiato su tutto il golfo di Trieste, il castello di Duino è un’affascinante meta turistica: la sua bellezza è accresciuta anche da quell’atmosfera calda e gioiosa che la presenza dei proprietari, i componenti la nobile famiglia dei principi della Torre e Tasso (Thurn und Taxis), conferisce alla storica dimora, rendendola viva, lontana dalla fredda austerità “museale”.

68 – – Trieste – Castello di Duino – Il grande parco (dove si possono ammirare distese multicolori di fiori di ogni specie che creano pittoreschi e suggestivi giochi cromatici nella classica vegetazione mediterranea), è impreziosito dai suoi viali romantici, pieni di statue e reperti archeologici, dalle terrazze e dagli spalti aperti sull’immensità del mare.

69 – Trieste. il Castello di Duino, più di 18 sale del castello sono visitabili e ricche di preziose testimonianze sulla storia della famiglia dei Principi della Torre e Tasso. Da vedere la scala del Palladio, capolavoro di architettura, e il fortepiano del 1810 (suonato da Listz). Dai bastioni a picco sul mare e dalla torre trecentesca si può godere di un suggestivo panorama.

73,1 -Trieste. Mappa del monte Carso. Tra gli itinerari più conosciuti del Carso vanno annoverati la Val Rosandra (alla cui imboccatura si trova il Monte Carso, la cui altezza tocca appena i 456 metri(Riserva Naturale Val Rosandra. La Val Rosandra (in sloveno Dolina Glinščice), situata nei pressi di Trieste tra il comune di San Dorligo della Valle (Dolina) e quello sloveno di Erpelle-Cosina (Hrpelje-Kozina), è una valle incisa dal torrente Rosandra (sloveno Glinščica). Alcune delle sue caratteristiche, quali l’aspetto selvaggio, con rupi, ghiaioni e pareti a strapiombo, o la cascata del torrente seguita dalle forre che esso attraversa, nonché la presenza di un elevato numero di grotte, hanno reso la Val Rosandra meta di esplorazioni speleologiche, oltre che una palestra di roccia e sito di studio dei fenomeni carsici. La Val Rosandra è una delle mete più amate dagli escursionisti triestini; la principale via d’accesso per i sentieri di fondo valle è dall’abitato di Bagnoli della Rosandra.

107 Trieste – La natura ci ha messo 10 milioni di anni per creare questo capolavoro ma da solo poco più di un secolo gli uomini hanno avuto la possibilità di visitarla. Scoperta per caso nel 1890, nel 1908 entrarono i primi visitatori turistici. Da allora non è cambiato molto: si entra da una porta naturale e si comincia a scendere fino alla Grande Galleria, posta a circa 80 metri di profondità. La galleria è formata da un unico, spettacolare vano, di 98,50 metri di altezza, 167,60 di lunghezzae 76,30 di larghezza. Nella sala colorata di infinite sfumature sono presenti stalagmiti, stalattiti e colate di carbonato di calcio depositato dall’acqua piovana. La stalagmite più imponente è la Colonna Ruggero, alta 12 metri. Al centro della caverna c’è la stazione di ricerca geofisica dell’Università degli Studi di Trieste per lo studio dei movimenti della crosta terrestre. Si risale attraverso il Sentiero Carlo Finocchiaro per raggiungere un Belvedere a 95 metri d’altezza da cui si gode una vista straordinaria. Consigliate felpe e scarpe comodissime.

109 – Ingresso della Grotta, è situata sull’altipiano del Carso, a pochi chilometri dalla città di Trieste e dal confine con la Slovenia (valico di Monrupino). La sua principale caratteristica è quella di essere la grotta turistica contenente la sala naturale più grande al mondo: un singolo vano alto 98,5 metri, lungo 167,6 metri e largo 76,3 metri.

115 – Basovizza. Per non dimenticare – Monumento Foiba. Almeno diecimila persone, negli anni drammatici a cavallo del 1945, sono state torturate e uccise a Trieste e nell’Istria controllata dai partigiani comunisti jugoslavi di Tito. E, in gran parte, vennero gettate (molte ancora vive) dentro le voragini naturali disseminate sull’altipiano del Carso triestino ed in Istria, le “foibe”.

116 -Trieste. Per non dimenticare – Foiba – Monumento Nazionale. La Foiba di Basovizza, dichiarata monumento nazionale nel 1992, è il simbolo di tutte le atrocità commesse sul finire della seconda guerra mondiale e negli anni successivi dalle milizie e dai fiancheggiatori del dittatore comunista Tito. Questa Storia è stata per troppo tempo oscurata e dimenticata in Italia.
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